Uscito nelle sale cinematografiche lo scorso novembre 2009, è disponibile in DVD da questa settimana in tutti i negozi. Un film di Oliver Parker che vede tra i protagonisti Ben Barnes, Colin Firth, Ben Chaplin, Rebecca Hall, Fiona Shaw.
Dorian Gray è un giovane bello ed affascinante; sensibile e plasmabile, si trova coinvolto in una realtà da lui sconosciuta fatta di vizi e mondanità presentata da Lord Wotton, un personaggio losco ma che presto si rivelerà molto debole.
Colpito dal suo aspetto, il pittore Basi Hallward insiste nel catturarlo nei colori e sulla tela, con l’intento di immortalare e rendere eterna la tua immagine. Durante il giorno dell’innaugurazione, Dorian pronuncia un giuramento e il desiderio di restare giovane per sempre.
Conteso tra l’interesse spregiudicato del Lord e dall’amore del pittore, Dorian dissipa di anno in anno, la sua vita tra bordelli e lusso sfrenato senza che il suo volto possa subire un cambiamento. Ad evidenziare il marcio della sua anima è proprio il ritratto che lentamente inizia a decomporsi. Imapurito lo rinchiude in soffitta con l’intento di nascondere un segreto così importante. Il tempo scorre inesorabilmente e mentre il volto dei suoi amici si adegua al tempo, Dorian resta fedele alla sua dannata bellezza, suscitando così la preoccupazione e il ripudio di coloro che prima lo adoravano.
Solo l’amore per la figlia di Henry Wotton potrà redimerlo e scagionarlo dalla congiura malefica.
Una storia decisamente coinvolgente quella di Dorian Gray ma che inevitabilmente porta tante pecche al film. Fare una trasposizione cinematografica di un classico della letteratura mondiale come quello di Oscar Wilde, risulta una mera impresa. C’è da dire che precedentemente sono già state fatte due commedie in merito all’opera, ma questa del regista Oliver Parker, vuole sicuramente stupire un pubblico giovanile, facendo diventare così il film un teen-drama d’eccezione.
L’intento è stato quello di affascinare con uno stile “dark”, e quindi contestualizzarlo in chiave moderna ma che però inesorabilmente fa perdere quella bellezza che solo il testo originale può dare. Il regista, infatti, resta fermo ad una esaltazione del bello al limite dell’illustrazione.
Un film quello di Dorian Gray che non ha nulla in comune con l’opera di Wilde, ma che entra nelle grazie dello spettatore se visto come un semplice thriller da film in seconda serata.