Il Dialektus Fesztival, il più importante in Europa nel suo genere

Budapest continua ad affermarsi come capitale importante per l’industria cinematografica. Stavolta non parliamo di studios in stile holliwodiano come quelli appena inaugurati dall’americana Raleigh nella periferia di Budapest e nemmeno di film internazionali in registrazione nelle strade cittadine. In questo caso apriamo gli occhi su un evento di nicchia, in cui non manca la partecipazione italiana. Inizierà domani 24 giugno per proseguire fino al 28 la rassegna dedicata al cinema antropologico, il Dialektus Fesztival, il più importante in Europa nel suo genere. Il festival si tiene per la prima volta a giugno, non a marzo come nelle scorse edizioni, ed include, oltre alle proiezioni anche workshop, sulla critica e sui paesi del gruppo di Visegrad, che celebra i suoi primi 10 anni dalla fondazione.   Parteciperanno alla competizione ben 43 documentari da 15 nazioni, tra cui “L’isola Analogica” dell’autore salentino Francesco G. Raganato, un lavoro sull’isola di Alicudi, nelle Eolie. Una pellicola intrisa di immagini surreali, indotte da una sostanza stupefacente assunta in modo accidentale, in cui la tranquillità dell’isola si fonde alle superstizioni dei suoi abitanti. L’evento rientra nell’ambito di un progetto comune ai 4 paesi aderenti al patto di Visegrad, che sta favorendo il prolificare di concorsi per giovani artisti emergenti e costituisce un ulteriore motivo di attrazione di capitali e talenti verso i paesi dell’Europa centro-orientale.

Claudia Leporatti

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