I paesi benestanti erano sovraffollati di negozi, mancava lo spazio per aprirne di nuovi.
La Dea dello Spreco e del Consumo cominciò a valutare varie ipotesi a soluzione dello stato di stallo in cui rischiava di finire il popolo dei consumismi, suoi devoti fedeli. Creare un grosso mercato sottoterra? Troppo laborioso, senza contare che se gli umani non vivevano ché sopra la crosta terrestre, dovevano avere problemi di claustrofobia. O paura del buio. Per motivi simili scartò anche l’idea dei centri commerciali sommersi. Per una buona settimana lavorò sodo su un progetto di grattacieli commerciali su piattaforme da far spuntare dai mari, non troppo lontano dalle coste. Dalle sue ricerche, tuttavia, emerse che ai terrestri piacevano i luoghi comodi e veloci, facili da raggiungere. Il suo cestino era ormai pieno di carte quando ebbe l’illuminazione. Poteva intervenire sul corso della storia, facendo in modo che l’inventore di Internet sviluppasse la sua intuizione con il solo intento di vendere. Così nacque un secondo mercato, detto “virtuale”. Pratico, veloce, redditizio. In più era anche potenzialmente infinito, per cui la Dea dello Spreco poteva anche mettersi a sedere tranquilla, non avrebbe più dovuto inventarsi niente. Si sbagliava. Dopo qualche anno, emerse un nuovo ostacolo che fece tremare le fondamenta del consumismo.
La merce in vendita non mancava, ma c’erano troppe poche persone in grado di comprarla. Dopo un bello scervellamento, la nostra Dea capisce che se il problema sono i prezzi e gli averi dei consumatori, basta eliminare i costi. Internet, il mercato più grande del mondo, comincia quindi a regalare la merce. Del resto, adesso non si comprano più oggetti molto elaborati. Chi ha tempo di spolverare i soprammobili? Nel tempo libero è meglio ascoltare musica scaricata dalla rete o vedere un film in streaming. In alternativa perché non usare un programma a costo zero per modificare le proprie foto? Ed ecco che il consumismo risorge, cambia pettinatura, fiorisce. Si fa sempre più bello ed attraente, magro come va di moda nei nostri anni. Contagia tutti. Preda del bisogno sfrenato di informarsi, gli internauti cercano ogni giorno nuovi stimoli senza nemmeno alzarsi dal letto. Talvolta una chiacchierata su Internet vale più di un pomeriggio di shopping, tanto i jeans li trovi anche su E-bay! Il consumismo endemico non risparmia nemmeno i suoi stessi oppositori, da quando il suo significato si è ampliato. Quella vecchia volpe della Dea dello Spreco – per favore non ditele che l’ho chiamata così, ma gli anni passano per tutti! – ha pensato, infatti, di renderlo elastico. Adesso non serve andare in un fast-food americano o saccheggiare negozi di vestiti per diventare consumisti, perchè consumiamo tutto. Senza amare, quasi, niente. Haiuintali di libri non letti e continui a comprarne di nuovi? Stai leggendo un articolo e passi ad un altra lettura prima di averlo finito? Fai lo stesso anche con i video Youtube? Sei un consumista.
Claudia Leporatti