Tutta la vita davanti‏ – Recensione

Tutta la vita davanti, film del 2008 di Paolo Virzì è una commedia tragicomica sull’universo del precariato, un tema ormai radicato da tempo nella nostra società ma che grazie a questo film ha dato eco ad una realtà tangibile.

A tenere alto l’onore della sceneggiatura è un bel cast, formato da Isabella Ragonese, Sabrina Ferilli, Valerio Mastandrea, Elio Germano, Massimo Ghini; riprendendo così in parte il gruppo di lavoro di un film dello stesso regista “La bella vita”.

La protagonista è Marta (Isabella Ragonese) una giovane ragazza ventiquattenne palermitana, trapiantata a Roma per conseguire gli studi universitari in filosofia. Ottenuta la laurea con lode, abbraccio accademico e pubblicazione della tesi in filosofia teoretica, si trova a dover fare a schiaffi con la mera realtà della ricerca di un’occupazione. Tante porte in faccia sono riservate per lei, ricambiata ogni volta con l’immancabile “Le faremo sapere”.
Casualmente si trova un giorno a fare la baby sitter per la figlia di Sonia (Micaela Ramazzotti) una ragazza madre, fragile e sbandata; stessa che le darà “l’occasione” di entrare a far parte della ditta Multiple in qualità di call center.
Con questo cammino parte il nuovo viaggio di Marta in un contesto aleatorio, isolato, formato da un nutrito numero di giovani dovutamente arrivisti, rinchiusi in un mega ufficio, quasi a simulare la realtà di un reality show, quale il grande fratello, in cui se non raggiungono l’obiettivo prefissato dalla carnefice capo gruppo (Sabrina Ferilli) venivano immediatamente eliminati, quasi come una sorta di nomination.
A supportare Marta nelle disastrose condizioni lavorative, subentra Giorgio Conforti (Valerio Mastandrea) un giovane sindacalista che proverà a cambiare idealisticamente una realtà fin troppo radicata.
Un vero spaccato della società, quello rappresentato egregiamente dal regista toscano Paolo Virzì, che riesce nella pellicola a marcare profondamente una piaga sociale del lavoro interinale, unendo alla commedia, forti spunti di riflessione, a tratti addirittura commoventi e dilanianti.
Isabella Ragonese al suo secondo film, continua a dare una forte impronte interpretativa, incarnando così alla perfezione il personaggio di Marta: forte, per nulla ingenuo, ma nel contempo con una curiosità viscerale.
Un tema quello dei co.co.pro. e co.co.co. che dilania nel nostro paese, spaccandolo in due e portando così allo sbando intere generazioni, in cui la continua lotta all’affermazione e alla ribalta è sempre in agguato. Un mondo, per fortuna o purtroppo, rappresentato alla grande da Virzì, che lascia soddisfatti lo spettatore per la trama del film, ma che inevitabilmente colpisce per la cruda e irreversibile realtà italiana.

Trailer

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