Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo: Il ladro di fulmini Recensione

Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo: Il ladro di fulmini liberamente tratto dall’omonimo libro di Rick Riordan, ha come protagonista il giovane attore Logan Lerman.

Un film di Chris Columbus vede tra i protagonisti Rosario Dawson, Uma Thurman, Pierce Brosnan, Sean Bean. Acquistati i diritti del romanzo nel 2004, le riprese hanno avuto inizio nel 2009 a Vancouver.

La storia verte sul giovane protagonista Percy, affetto da dislessia, che dopo aver scoperto di essere un “semidio”, figlio del dio dei mari Poseidone, deve in tutti i costi proteggersi da una guerra spietata tra dei, in particolare tra i tre grandi fratelli Zeus, Poseidone e Ade.

Quando il fulmine di Zeus viene rubato, Percy sarà il primo ad essere sospettato. Il ragazzo proverà a proteggersi da abnormi figure mitologiche con l’aiuto dei suoi amici Grover e la semidea Annabeth, figlia di Atene al fine di trovare il vero ladro di fulmini e cercando così in tutti i modi di proteggere la sua mamma dalle minacce divine. Tante sono le figure mitologiche che si alternano in questa avventura fantastica, in particolare Uma Thurman nelle vesti di Medusa. Forse l’unica partecipazione degna di nota.

Un film che vede come figlio primogenito la saga di Harry Potter, ma che lentamente sfocia in una terribile e malriuscita imitazione.

Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo non riesce a stupire lo spettatore, visto che gli effetti speciali ed in particolar modo la trama, non sono per nulla originali. A tratti noioso, per nulla coinvolgente, potrà avere l’attenzione solo di un pubblico molto giovane, in quanto incline nel creare un nuovo capitolo dei teenagers con l’inevitabile “ragazzino belloccio” stile Hight School Musical!
Un film che personalmente mi ha ingannato con un trailer sicuramente più emozionante, a cospetto dei 118 minuti di pellicola, che non lascia spazio se non ad una recitazione carente e con una suspance e pathos che stentano ad arrivare. L’unica differenza che divide Percy Jackson dal “maghetto con gli occhiali” è l’alternanza che ha il protagonista tra la vita reale e quella mitologica ma che poi fa storcere il naso nel momento in cui le immagini diventano un continuo riferimento all’uso delle tecnologie e materiali moderni come il mondo della Apple e Converse, tralasciando quindi il fascino della pura fantasia. Una realizzazione quella del primo capitolo che poteva essere assolutamente salvata in fase di scrittura; a questo punto non oso immaginare come sarà il seguito della saga.

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